Qualità dell’acqua

L’importanza dell’acqua

L’acqua è l’elemento chiave della vita. La vita è nata nell’acqua, ed essa è il componente più abbondante nell’organismo umano: infatti rappresenta circa il 65 del peso di un individuo adulto. Tale percentuale è maggiore nell’infanzia (alla nascita è circa il 77% del peso corporeo) e diminuisce progressivamente con l’età e/o con l’aumentare dei depositi adiposi.

L’acqua viene introdotta con gli alimenti e le bevande. È un nutriente essenziale, esegue molte funzioni e non può essere considerata semplicemente un diluente inerte: essa trasporta lubrifica, reagisce, stabilizza, segnala, struttura, partiziona e regola i processi.

È coinvolta in tutta una serie di funzioni: è il solvente delle reazioni metaboliche, regola il volume cellulare e la temperatura corporea, permette il trasporto dei nutrienti e la rimozione delle scorie metaboliche. Il mondo vivente può essere visto come una collaborazione bilanciata tra le molecole biologiche e l’acqua.

LA PUREZZA DELL’ACQUA

Chiunque abbia provato l’esperienza di abbeverarsi da un ruscello di montagna conosce i benefici dell’acqua di sorgente. Purtroppo non si può provare la stessa esperienza di gusto ed energia, quando l’acqua esce dal rubinetto di casa. Non c’è da stupirsi, considerando il percorso che l’acqua deve affrontare prima di uscire dal rubinetto, le procedure di lavorazione e l’inquinamento ambientale che ha dovuto lasciarsi alle spalle.

I cluster di acqua

Non tutta l’acqua presente nel nostro corpo è però istantaneamente disponibile per svolgere queste azioni che sono alla base dell’equilibrio energetico e del benessere delle singole cellule e che quindi sono alla base dello stato di salute di tutto il corpo. L’acqua infatti si raggruppa naturalmente formando grappoli (in inglese clusters) di decine o centinaia di molecole.

Com’è noto la molecola dell’acqua è costituita da due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno.

Per loro natura, le molecole si legano tra loro attraverso legami chiamati «ponti idrogeno». In questo modo si «organizzano» formano gruppi di molecole d’acqua chiamati cluster (grappoli), i quali si modificano continuamente in funzione di diverse variabili con frequenza praticamente istantanea (0,001 nano secondi) ovvero variano circa mille miliardi di volte ogni secondo.

Influire su questi processi può portare dei vantaggi? Con quale logica? Secondo quali variabili? Questo: come influisce sulle proprietà dell’acqua? Può variarne la qualità, le proprietà chimiche e organolettiche e quindi renderla maggiormente «biodisponibile»? Può influire sul suo ph ovvero sul suo grado di acidità? Diminuire il numero medio di clusters potrebbe portare dei vantaggi? Che relazione c’è tra le onde elettromagnetiche e i clusters?

«Sensibilità» dell’acqua

Le frequenze elettromagnetiche influenzano le molecole di acqua, in particolare i clusters. Specifiche lunghezze d’onda aumentano la mobilità molecolare, favorendo  la rottura dei legami di idrogeno, quindi dei clusters, attraverso vibrazioni e rotazioni che persistono al cessare dell’induzione elettromagnetica. Questo effetto rende l’acqua più biodisponibile all’organismo, con benefici per la salute. Bisogna sempre considerare che diverse frequenze elettromagnetiche, al contrario, favoriscono l’aggregazione in grappoli ovvero in clusters, agendo anche sulle proprietà dei minerali disciolti nell’acqua.

Ciò in generale ha rilevanza per la qualità dell’acqua intesa come sua biodisponibilità ovvero la proprietà di favorire l’equilibrio omeostatico dell’organismo, quale insieme di complessi meccanismi fisici-chimici-biologici-funzionali. Inoltre la rottura dei clusters influisce sul fattore ph ovvero sul grado di acidità dell’acqua.

In parole semplici, l’acqua declusterizzata favorisce il livello di idratazione cellulare e lo scambio di sostanze «idroveicolate», aumentando la velocita delle reazioni biologiche in fase acquosa, i processi metabolici e lo smaltimento delle tossine, con conseguente «guadagno» funzionale, riduzione di affaticamento e stress dell’organismo, a vantaggio dela salute ed il benessere.

Va ricordato che

-l’acqua viene assimilata dall’organismo anche tramite l’assunzione di altri liquidi e degli alimenti. Possiamo dedurre, allo stesso modo quanto possa essere vantaggiosa la rottura dei clusters anche su di essi;

-l’organismo è predisposto a ottimizzare la biodisponibilità dell’acqua, pur «spendendo» energia; può rivelarsi quindi utile agire anche sull’acqua spesa nelle funzioni metaboliche;

-la presenza di clusters «libera ossigeno» che favorisce i processi di ossidazione degli alimenti e quindi il loro deterioramento

Quanto sarebbe utile poter agire sui clusters di acqua, liquidi, alimenti e al tempo stesso sull’acqua nell’organismo? In altre parole, quanto sarebbe vantaggioso assimilare liquidi e cibi più biodisponibili in un organismo che espleta le sue funzioni biologiche e metaboliche con minore affaticamento?

Quanto sarebbe utile una «riserva» elettromagnetica o un «amplificatore» in grado di garantire tali vantaggi, inibendo la formazione di clusters e attenuando o rallentando i processi ossidazione?

Rilevazioni e metodi di misura

A causa del comune senso di sfiducia nella qualità dell’acqua della rete idrica, siamo abituati da decenni a bere acqua in bottiglia.  Le etichette poste sulle confezioni risultano di difficile lettura e comprensione ai più, ma le abbiamo prese come opportuno riferimento.

Ai fini della nostra ricerca, ci concentriamo fondamentalmente su 2 fattori legati fra loro: conducibilità elettrica e fattore ph.

Molte ricerche hanno reso noto quanto sia fondamentale il fattore ph nelle funzioni biologiche dei viventi e di conseguenza in quelle delle sostanze da loro assunte, come ad esempio quelle dell’acqua, elemento fondamentale della vita.

La presenza del BioMaintainer influenza questi due fattori rendendo più biodisponibile, quindi organoletticamente migliore l’acqua. È noto che l’acqua per sua caratteristica è molto sensibile alla temperatura, quindi è sempre necessario effettuare le comparazioni tenendo sotto controllo questa importante variabile. Per praticità e per applicazioni pratiche consideriamo come consuete le temperature «ambiente» ovvero comprese tra i 14 e 24 gradi centigradi.

Osserviamo che il dispositivo BioMainteiner dispone:

Rottura dei clusters acqua (mobilità molecolare)

Scioglimento dei minerali soluti con aumento delle particelle diluite (ppm–particelle per milione)

Aumento conducibilità elettrica

Stabilizzazione del fattore ph

BioMaintainer favorisce l’assorbimento di una particolare gamma di frequenze in grado di attuare questo prezioso processo.

Stiamo indagando anche su quanto questo meccanismo fisico possa influire positivamente sulla riduzione dei parametri chimici come quelli batterici e sull’influenza sui fermenti ed agenti vivi. Anche per questo, invitiamo sempre i nostri partners ad effettuare e condividere test, controlli e ricerche avanzate, finalizzate alle proprie esigenze industriali e commerciali, presso laboratori propri o di terzi di fiducia e comprovata attendibilità.

Conoscere l’acqua del proprio rubinetto

Fonte : www.salute.gov.it

Conoscere le caratteristiche e la qualità dell’acqua che ogni giorno consumiamo è fondamentale dal punto di vista della protezione della salute anche per definire, dal punto di vista nutrizionale, quali elementi quotidianamente assumiamo tramite l’acqua e nel complesso della dieta, e, ove necessario − ad esempio per particolari attività fisiche, regimi dietetici deficitari in particolari alimenti (come nel caso di scelte etiche o fenomeni allergici), stati fisiologici o patologici specifici − adottare adeguati bilanciamenti nella dieta, sotto controllo medico.

D’altro canto, la composizione dell’acqua influenza altri aspetti delle nostre scelte: le caratteristiche organolettiche in termini di sapore e odore dell’acqua che arriva nelle nostre case possono, infatti, determinare il consumatore a scegliere per uso potabile e alimentare acqua di rubinetto o acque imbottigliate o orientarlo ad adottare trattamenti delle acque in ambito domestico per ottenere modifiche desiderate delle caratteristiche delle acque di rubinetto.

Il contenuto di minerali nelle diverse acque di rubinetto è estremamente variabile in funzione dell’origine della risorsa idrica e dei trattamenti che l’acqua subisce nel corso della potabilizzazione e distribuzione. In generale, le acque italiane, per più dell’85% di origine sotterranea, anche quando sottoposte a trattamenti di potabilizzazione, contribuiscono ad apportare quantità apprezzabili di alcuni minerali come risultato di fenomeni naturali di cessione da rocce e terreni a contatto con l’acquifero, ad esempio, calcio, magnesio, fluoro, ferro, manganese, zinco, iodio, selenio, zolfo, fosforo, potassio. In alcuni casi, le risorse idriche di origine potrebbero essere miscelate in fase di distribuzione con acque di altra natura, anche superficiali, generalmente meno ricche di elementi minerali, e la composizione dell’acqua di rubinetto può quindi risultare più o meno stabile nel tempo. A titolo di indicazione, i valori di concentrazione di alcuni parametri fisico-chimici ed elementi minerali presenti nelle acque delle maggiori città italiane sono riportati in queste linee guida (tabella 2). I dati indicano una notevole variabilità dei contenuti, che peraltro potrebbero differenziarsi sensibilmente anche nello stesso comune a seconda delle modalità di distribuzione idrica. In tale contesto è evidente come una valutazione relativa all’adozione di un sistema di trattamento debba partire da una conoscenza specifica dell’acqua di rubinetto della specifica utenza.

Attualmente il consumatore può trovare informazioni dettagliate sulle caratteristiche chimico-fisiche delle acque distribuite nelle aree di suo interesse, sia mediante le comunicazioni periodiche fornite dal gestore idrico, che nei siti web dello stesso gestore, di autorità comunali e/o regionali.

Intervalli di valori di parametri analitici di norma registrati nelle zone centrali delle più grandi città italiane*

Fonte : www.salute.gov.it

Parametro / minerale  Range Unità di misura
pH 6,78-7,8 Unità di pH
Conduttività elettrica1 241-1176 µS/cm
Durezza2 6,8 – 35,7 °F
Residuo fisso3 188-730 mg/L
Calcio 20,6-98 mg/L
Magnesio 4-27,3 mg/L
Sodio 4-124 mg/L
Potassio 0,4-23 mg/L
Cloruro 6,5-100 mg/L
Fluoro 0,1-0,63 mg/L
Fosforo 0,05-976,5 µg/L
Zolfo (come solfato) 9-167,3 mg/L
Cromo 1-17 µg/L
Ferro 2-34,5 µg/L
Manganese 1-26 µg/L
Rame 0,1-83,5 µg/L

Misurata a 20°C.

2 Valori consigliati nel decreto legislativo 31/2001: 15-50 °F (il limite inferiore vale per le acque sottoposte a trattamento di addolcimento o di dissalazione).

3 Determinato a 180 °C.

* Valori analitici registrati nelle zone centrali delle seguenti città: Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Catania, Venezia, Verona, Messina, Padova e Trieste.

Fonte : www.salute.gov.it

IMPARIAMO A LEGGERE L’ETICHETTA DELL’ACQUA MINERALE

L’etichetta presente nelle bottiglie dell’acqua minerale identifica tutti gli elementi e le caratteristiche di un’acqua minerale.
Per aiutare il consumatore, riportiamo alcune tra le caratteristiche più importanti a cui fare riferimento.

Il residuo fisso

Con il termine residuo fisso si dà una stima del loro contenuto in sali minerali.

I sali minerali sono micronutrienti essenziali per il nostro organismo ma se presenti in eccesso possono causare problemi più o meno gravi. Essi intervengono nella regolazione di numerosi processi corporei come l’equilibrio idrosalino e lo sviluppo e la crescita di organi e tessuti.
I principali minerali presenti nel nostro corpo sono: sodio, potassio, magnesio e calcio. Ognuno di questi elementi, se assunto in dosi insufficienti o eccessive, può essere nocivo.

Più questo valore è elevato e più sali sono disciolti in un litro. Questo valore si esprime in mg/L e permette di classificare le acque minerali in quattro categorie:

“minimamente mineralizzata” residuo fisso inferire a 50 mg/ L: è un’acqua carente di sali minerali e di sodio, stimola la diuresi ed è indicata per chi soffre di ipertensione e nell’alimentazione dei neonati; utile per prevenire la calcolosi renale.

“oligominerale” o “leggermente mineralizzata” residuo fisso inferiore a 500 mg/ L favorisce la diuresi, contiene poco sodio e può quindi essere indicata nei casi di ipertensione. E’ utile per prevenire la calcolosi renale.

“mediominerale” residuo fisso compreso tra 500 e 1000 mg/ L, il discreto contenuto in sali minerali la rende utile nell’alimentazione degli sportivi, specie nel periodo estivo in cui occorre reintegrare i liquidi ed i minerali persi con la sudorazione

“ricca di sali minerali”: residuo fisso superiore a 1.000 mg/L è un’acqua terapeutica, molto ricca di sali. Per evitare sintomi da sovradosaggio è bene acquistarla solo sotto consiglio medio. Ha un effetto diuretico inferiore, e può favorire la comparsa di calcoli renali.

Nelle acque particolarmente ricche di minerali, nell’etichetta, può essere specificata una particolare dicitura per sottolineare le sue caratteristiche:
“contenente bicarbonato” HCO3 (il tenore di bicarbonato è superiore a 600 mg/L): è indicata nell’ipersecrezione gastrica (acidità di stomaco) e nelle patologie renali. Il bicarbonato la rende particolarmente utile per chi pratica sport, in quanto questa sostanza è in grado di tamponare l’acido lattico.

“solfata” il tenore dei solfati è superiore a 200 mg/L: è lievemente lassativa e quindi indicata in caso d’insufficienze digestive, spastica e sindrome del colon irritabile. Sconsigliabili durante la crescita e nel periodo postmenopausale, perché possono interferire con l’assorbimento del calcio aumentandone l’escrezione.

“clorurata” il tenore di cloruro è superiore a 200 mg/L: ha azione equilibratrice dell’intestino, delle vie biliari e del fegato. Ha inoltre azione lassativa e purgativa tipica delle acque salse o salso solfate.

“calcica” Ca++ il tenore di calcio è superiore a 150 mg/L: agisce a livello dello stomaco e del fegato. E’ indicata nella crescita, in gravidanza, in menopausa e nella prevenzione dell’osteoporosi e dell’ ipertensione. Le acque minerali calciche sono indicate anche per chi è intollerante al latte e, nonostante i luoghi comuni, non aumentano l’incidenza di calcoli renali.

“magnesiaca” Mg++ (se il tenore di magnesio è superiore a 50 mg/L): svolge prevalentemente un’azione purgativa, ma trova indicazioni anche nella prevenzione dell’arteriosclerosi, poiché favorisce la dilatazione dellearterie. Può essere utile anche nell’alimentazione degli sportivi per prevenire i crampi.

fluorata o “contenente fluoro” (il tenore di fluoro è superiore a 1 mg/L): utile per rinforzare la struttura dei denti e per la prevenzione della carie dentale. È indicata in fase di crescita o per chi è affetto da osteoporosi, ma l’assunzione non dovrebbe avvenire per periodi prolungati (un eccesso di fluoro può risultare nocivo per la salute dei denti e delle ossa).

“ferruginosa” o “contenente ferro” (il tenore di ferro bivalente è superiore a 1 mg/L): indicata nelle anemie da carenza di ferro. Utile anche per vegetariani e per i soggetti con un fabbisogno elevato di ferro: lattanti, adolescenti, sportivi e donne in gravidanza.

“acidula” (il tenore di anidride carbonica libera è superiore a 250 mg/L): facilita la digestione. L’anidride carbonica presente nelle acque gassate aumenta l’acidità dell’acqua. Da sottolineare, però, che le nostre diete sono già sufficientemente ricche di sostanze acide e non è normalmente necessaria alcuna integrazione.

“sodica” (il tenore di sodio è superiore a 200 mg/L): influenza positivamente l’eccitabilità neuro-muscolare ed è pertanto indicata per gli sportivi, soprattutto durante i mesi estivi quando si perdono notevoli quantità di liquidi con la sudorazione (ricordiamo che un calo eccessivo dei valori di sodio nel sangue ha causato la morte di alcuni sportivi). Le acque minerali sodiche sono controindicate per chi soffre di ipertensione.

“acqua a basso contenuto di sodio” (il tenore di sodio è inferiore a 20 mg/L): indicata per le diete povere di sodio e per combattere ipertensione e ritenzione idrica.

Il pH

Questo dato ci dà una stima dell’ acidità dell’acqua.
Il pH è una scala che va da 0 (massima acidità) a 14 (massima basicità); il punto intermedio, 7, definisce la condizione di neutralità ed è dato dall’acqua distillata ad una temperatura di 25°C.
Il pH delle acque minerali naturali è generalmente compreso tra 6,5 e 8,0.
Maggiore è il contenuto in anidride carbonica e solfati e minore sarà il pH (maggiore acidità).

Conducibilità elettrica

Questo dato è riportato sull’etichetta delle acque minerali con il termine “conducibilità elettrica specifica a 20°C” ed aumenta all’aumentare delle sostanze minerali disciolte. Pertanto, maggiore sarà la conducibilità elettrica e maggiore sarà il contenuto minerale.

La maggior parte delle acque minerali commercializzate presenta conducibilità elettrica compresa fra 100 e 700 µS/cm.

Durezza

La durezza di un’acqua minerale si esprime in gradi francesi (°F) e ci dà una stima della presenza di calcio e magnesio. Più questo valore è alto e più l’acqua è considerata calcarea. Non esiste un valore limite per la durezza delle acque minerali.

Nitrati

Il contenuto in nitrati è un parametro molto importante da considerare, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione di neonati e bambini.
I nitrati sono sostanze presenti normalmente in concentrazioni minime e non pericolose.
Tuttavia se assunti in eccesso i nitrati possono seriamente ostacolare il trasporto di ossigeno nel sangue, con conseguenze pericolose soprattutto per i neonati.
Per questo motivo nelle acque minerali sono previsti due differenti limiti di dosaggio:
45 mg/L nelle ordinarie acque minerali
10 mg/L in quelle destinate all’infanzia.
In ogni caso per i bambini, si raccomanda di non superare il valore di 25 mg di nitrati per litro.

E’ importante sottolineare che le virtù terapeutiche delle acque minerali sono molto blande e valide solo per particolari categorie.
Queste proprietà non devono in alcun modo indurre il consumatore a pensare di guarire o prevenire alcune patologie importanti SEMPLICEMENTE bevendo ogni giorno uno o due litri di “acqua magica”. Casomai l’acqua può diventare un valido supporto se abbinata ad un’alimentazione corretta e ad abitudini di vita sane.
E’ una regola di comportamento saggia, consultare il parere di un medico prima di acquistare un’acqua con caratteristiche particolari
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Fonte: www.associazionedifesaconsumatori.it

CONTROLLO DELL’ACQUA POTABILE

Analisi chimiche

Per analisi chimica dell’acqua potabile si intende l’analisi dei parametri chimico-fisici di base, dei sali e dei metalli presenti nell’acqua di rete. Per acqua di rete si intende l’acqua che sgorga dai rubinetti delle abitazioni.

Parametri da controllare Unità di misura Valore di parametro
pH Unità di pH 6.5 ≤ pH ≥ 9.5
Conducibilità μS/cm 2500
Durezza totale gradi francesi °F (gradi tedeschi °D) 15-50 (8 – 28) – Valori consigliati
Alcalinità (carbonati) mg/l CO3 non definito dalla legge
Alcalinità (bicarbonati) mg/l HCO3 non definito dalla legge
Nitrati mg/l NO3 50
Cloruri mg/l Cl 250
Fluoruri mg/l F 1.5
Solfati mg/l SO4 250
Antimonio μg/l Sb 5.0
Piombo μg/l Pb 10
Arsenico μg/l As 10
Selenio μg/l Se 10
Ferro μg/l Se 200
Manganese μg/l Mn 50
Rame μg/l Cu 1.0
Zinco μg/l Zn non definito dalla legge

pH dell’acqua potabile

Il valore di pH indica l’acidità o l’alcalinità (basicità) dell’acqua potabile e viene misurato su una scala con valori compresi tra 0 e 14 pH:

valori di pH bassi (inferiori a 6) indicano che l’acqua è acida;

valori di pH vicini a 7 indicano che l’acqua è neutra;

valori di pH alti (superiori a 10) indicano che l’acqua è alcalina (basica).

Secondo il D.Lgs n. 31 del 2001 il pH dell’acqua potabile deve essere compreso fra 6.5 e 9.5 pH. I valori di pH diversi dalla neutralità sono dovuti agli elementi chimici presenti nell’acqua. Valori più bassi o più alti indicano che l’acqua è inquinata da basi forti o da acidi. Valori di pH superiori al valore di pH 11 pH o inferiori a pH 4 sono da ritenersi pericolosi per la salute.

Conducibilità dell’acqua potabile

La Conducibilità elettrica o EC è un parametro che indica il contenuto di sali disciolti nell’acqua. Si parla di conducibilità elettrica perché i sali si trovano come ioni carichi che consentono il passaggio di corrente elettrica nell’acqua. Se il valore di conducibilità dell’acqua è alto l’acqua è ricca di sali, se è basso l’acqua è povera di sali. Solitamente l’acqua possiede una conducibilità compresa da 100 a 1000 µS/cm. La conducibilità non deve superare i 2500 μS/cm a 20°C.

Durezza dell’acqua potabile

La Durezza dell’acqua è dovuta alla presenza di alcuni sali, principalmente carbonato di calcio (CaCO3)e carbonato di magnesio (MgCO3). La Durezza totale (GH), è la durezza propriamente detta che indica se l’acqua è ricca o meno di sali minerali (come calcio e magnesio) e può essere espressa:

in gradi francesi °F:  (1 °F = 10 mg/l CaCO3 e cioè 10 mg di carbonato di calcio per litro d’acqua);

in gradi tedeschi °D: (1 °D = 10.0 mg/l CaO e cioè 10 mg di carbonato di magnesio per litro d’acqua).

La durezza temporanea o carbonatica (KH) è quella frazione della durezza totale che può essere allontanata dall’acqua con un’ebollizione prolungata; in tal modo gli ioni calcio e magnesio si legano ai carbonati e formano un composto insolubile che precipita. Tale valore dipende anche dalla concentrazione iniziale dei bicarbonati presenti. La frazione di durezza residua dopo questa operazione è detta durezza permanente o non carbonatica ed è dovuta alla presenza di anioni diversi dai bicarbonati, e cioè principalmente solfati, nitrati, cloruri e fluoruri. I valori consigliati dalla legge per la durezza sono compresitra 15 e 50 °F che corrispondono a 8 e 28 °D (D. Lgs 31/2001). Le acque vengono classificate in base alla loro durezza come segue:

Definizione °F (gradi francesi) °D (gradi tedeschi)  ppm o mg/l
molto tenera (molto dolce) ≤ 7 ≤ 4 ≤ 70
tenera (dolce) da 7 °F a 14 °F da 5 a 8 da 70 a 140
mediamente dura da 14 °F a 22 °F da 9 a 12 da 140 a 220
abbastanza dura da 22 °F a 32 °F da 13 a 18 da 220 a 320
dura da 32 °F a 54 °F da 19 a 30 da 320 a 540
molto dura ≥ 54 °F ≥ 30 ≥ 540

1 °D KH = 1 °D GH = 17.9 mg/l o ppm di CaCO3

1 grado tedesco corrisponde a 1.79 gradi francesi

1 grado francese corrisponde a 0.56 gradi tedeschi

Alcalinità

L’Alcalinità indica la quantità di bicarbonato e carbonati e presenti nell’acqua. L’alcalinità può essere quindi bicarbonatica HCO3- o più raramente carbonatica CO3- . Nelle acque naturali, con pH fino a circa 8.5 sono presenti solo bicarbonati; a pH superiori crescono i carbonati a sfavore dei bicarbonati. In queste tipologie di acque prevalgono sostanzialmente carbonati e bicarbonati.

I carbonati e i bicarbonati hanno un effetto stabilizzante sul pH dell’acqua (potere tampone). Carbonati, bicarbonati e anidride carbonica (che forma l’acido carbonico), sono in equilibrio tra loro in maniera dipendente dal pH dell’acqua. Ad esempio per un’acqua con pH 7 si ha: il 20% di anidride carbonica; l’80% circa di bicarbonati; assenza di carbonati.

Residuo fisso (Solidi Totali Disciolti o TDS)

Per Residuo fisso o TDS si intende il grado di mineralizzazione dell’acqua, cioè il quantitativo di sostanza solida perfettamente secca che rimane dopo l’evaporazione di una quantità nota di acqua.
Si distinguono:

acque minimamente mineralizzate: ≤ 50 mg/l

oligominerali: da 50 a 500 mg/l

mediamente mineralizzate: da 500 a 1500 mg/l

ricche di sali: ≥ 1500 mg/l (valore limite per il consumo umano)

Nitrati (NO3) e Nitriti (NO2)

Nitrati (NO3) e i nitriti (NO2) sono dei composti inorganici contenenti azoto ed ossigeno. I batteri degradano la materia organica trasformandola in composti inorganici, fra cui lo ione ammonio (NH4+) e lAmmoniaca (NH3) che, in seguito al processo di nitrificazione, vengono trasformati in ioni nitrito (NO2-) e, in seguito, in ioni nitrato (NO3-). Nitrati e nitriti possono essere indice di contaminazione chimica di origine fognaria, agricola o industriale.

Nitrati non devono superare valori di 50 mg/l, mentre i nitriti non devono superare valori di 0.50 mg/l. Nitrati e nitriti sono inodori e insapori, pertanto sono rilevabili solo eseguendo analisi periodiche dell’acqua.

Cloruri (Cl)

Cloruri sono composti inorganici contenenti cloro. Il principale cloruro è il sale da cucina (cloruro di sodio o NaCl), ma esistono anche il cloruro di alluminio, il cloruro di calcio e il cloruro di potassio. I cloruri indicano la presenza di sali di cloro nell’acqua e non devono superare i 250 mg/l.

I valori di cloruri nell’acqua possono essere elevati per: la presenza di acqua salata in aree marittime costiere; gli scarichi industriali e urbani; l’utilizzo di sale per sciogliere il ghiaccio sulle strade.

Cloro libero

Nell’acqua potabile è possibile trovare il cloro sotto diverse forme:

il Cloro libero che è la quantità di cloro attivo presente nell’acqua non ancora legato con altri elementi e che, perciò, mantiene integro il suo potere disinfettante;

il Cloro combinato che corrisponde alla quantità di cloro legato agli inquinanti disciolti in acqua (composti organici ed inorganici contenenti azoto).

Il cloro libero deriva dai processi di disinfezione delle acque in cui si utilizzano prodotti a base di cloro, ad esempio il cloro gassoso (Cl2), l’ipoclorito di sodio (NaClO) e l’ipoclorito di calcio (CaClO). L’utilizzo del cloro libero come trattamento di disinfezione garantisce una buona qualità microbiologica dell’acqua potabile.Le normative stabiliscono un valore limite per il cloro libero di 0.2 mg/l.

Fluoruri (F)

L’origine dei Fluoruri è naturale, ma possono anche derivare da industrie di fertilizzanti e dell’alluminio.Di solito nelle acque i livelli di fluoruri sono inferiori a 1.5 mg/l tuttavia in aree ricche di minerali contenenti fluoruri le acque sotterranee possono contenerne circa 10 mg/l. I Fluoruri non hanno effetti tossici, ma livelli di fluoruri superiori a 1.5 mg/l possono causare fluorosi dentale (annerimento dello smalto dei denti).

Solfati (SO4-)

Solfati sono anioni non tossici largamente diffusi. Questi composti contengono zolfo che, ad alte concentrazioni, possono essere causa di effetti lassativi e irritazioni gastrointestinali.
La presenza dei solfati nelle acque deriva da numerosi minerali, soprattutto depositi di gesso, dalle deposizioni atmosferiche oppure da contaminazioni chimiche della falda e/o della rete di distribuzione. In concentrazioni superiori a 250 mg/l i solfati conferiscono un sapore amaro all’acqua.

La normativa impone un valore limite di 250 mg/l. La presenza dei solfati nelle acque può derivare da minerali presenti nel sottosuolo oppure da contaminazioni chimiche della falda e/o della rete di distribuzione.

Cromo (Cr)

Il Cromo è un metallo pesante che è possibile trovare nell’acqua potabile sotto diverse forme. Tubazioni e rubinetterie cromate o contaminazione chimica dell’acqua di falda di origine industriale possono portare a valori in eccesso di cromo nell’acqua di rete. La forma più pericolosa per la salute dell’uomo è il cromo esavalente (Cr VI). La somma delle diverse forme chimiche di cromo (cromo totale) non deve superare i 50 µg/l.

Nichel (Ni)

Il Nichel è un metallo utilizzato in diverse leghe, fra le quali anche quelle per le rubinetterie. Può derivare anche da contaminazioni esterne alla rete privata o da effluenti di acciaierie e industrie chimiche.

Il valore limite di concentrazioni di nichel nell’acqua potabile è di 20 μg/l. Il nichel può provocare la comparsa di dermatiti da contatto, patologie gastrointestinali, epatiche e renali. E’ genotossico e cancerogeno.

Ferro (Fe)

Il Ferro è un metallo comune che può essere presente in tracce nell’acqua potabile in seguito al passaggio dell’acqua attraverso minerali ricchi di ferro; all’uso di flocculanti negli impianti di trattamento per la produzione di acqua potabile; alla corrosione delle condotte in acciaio e ghisa durante la distribuzione dell’acqua.

Una concentrazione di ferro di circa 0.3 mg/l, pur non presentando elevata tossicità per l’uomo, conferisce all’acqua una colorazione gialla e un sapore metallico sgradevole. La quantità di ferro presente nelle acqua potabili non deve superare 0.2 mg/l.


Il Premio Nobel spiega la medicina del futuro

Le onde elettromagnetiche del DNA

Luc Montagnier è stato medico, biologo e virologo francese, uno dei più famosi scienziati del nostro tempo per i suoi studi sull’HIV e la memoria dell’acqua. Ha vinto il Premio Nobel per la medicina nel 2008.

Durante le sue ricerche, Montagnier ha scoperto che le sequenze di DNA disciolte in acqua provocano segnali elettromagnetici emessi ad alte diluizioni e che la sequenza del DNA stesso può essere ricostituita a partire dal segnale elettromagnetico! L’acqua è in grado di memorizzare l’impronta elettromagnetica della sequenza di DNA. Ma non solo: gli scienziati hanno dimostrato che è possibile ricreare a distanza di migliaia di chilometri la stessa sequenza di DNA a partire dall’acqua informatizzata. Le implicazioni sono enormi: da un parte si evince il potere curativo dell’acqua di immagazzinare e rilasciare informazioni elettromagnetiche e dall’altra l’idea che il teletrasporto da un posto all’altro un giorno potrebbe diventare realtà.

Luc Montagnier racconta che la storia è iniziata 10 anni prima quando nonostante avesse filtrato diversi batteri senza lasciare alcuna traccia di DNA in una soluzione, accadeva che il batteri si ricostituiva regolarmente senza alcuna spiegazione. Questo ha segnato l’inizio di una lunga serie di ricerche su come il DNA si comporta nell’acqua, che ha portato alla scoperta che il DNA del batterio stava emettendo onde elettromagnetiche a bassa frequenza in alcune soluzioni di filtrato diluite in acqua, e questa proprietà fu presto estesa ad altri DNA batterici e virali.

Le onde elettromagnetiche del DNA

In sintesi, i segnali elettromagnetici (EM) a frequenza ultra-bassa (500-3000 Hz) sono stati rilevati in alcune diluizioni del filtrato da colture di microrganismi (virus, batteri) o dal plasma di esseri umani infettati con gli stessi agenti.

Due provette adiacenti, e fisicamente separate, sono state collocate all’interno di una bobina di rame e sottoposte ad un debole campo elettromagnetico di 7 hertz (risonanza Schumann circa 7.83 Hz) e isolate dai campi magnetico esterni per evitare interferenze. Una provetta contiene un frammento di DNA sottoposto a diversi cicli di diluizione e succussione, e la seconda provetta contiene acqua pura distillata. Dopo 18 ore a temperatura ambiente, si osserva che entrambe le provette emettono lo segnale elettromagnetico! Inoltre entrambi i campioni vengono sottoposti ad un metodo di routine usato per ricostruire tracce di DNA, utilizzando degli enzimi e le basi azotate, innescando una reazione a catena, detta polimerasi (PCR). Dopo 20 ore, il frammento di DNA è stato recuperato in entrambe le provette, anche se una conteneva solamente acqua distillata!

Da notare che il trasferimento di segnali elettromagnetici non è stato raggiunto quando il tempo di esposizione è stato inferiore a 16 ore, o quando la bobina schermante era assente, oppure quando il generatore di campo magnetico aveva una frequenza inferiore a 7 Hz.

L’esperimento è stato ripetuto anche in una modalità diversa. Il team di scienziati di Montagnier hanno registrato i segnali elettromagnetici della sequenza di DNA, li hanno memorizzati su un computer per poi comunicarli ad un laboratorio di ricerca in Italia a più di mille chilometri di distanza. Gli studiosi italiani, guidati dal Prof. Vitiello, hanno trasmesso questi segnali ad una provetta contenente solamente acqua distillata per alcune ore. Poi hanno preso le basi azotate e la polimerasi e li hanno messi nella provetta. Il risultato è stato stupefacente: dal nulla si è ricreata la sequenza di DNA originaria degli scienziati in Francia!  L’esperimento è stato altamente riproducibile, 12 volte su 12, anche con DNA di batteri diversi. Questo conferma la validità scientifica della scoperta.

Il commento del fisico italiano Emilio del Giudice

Emilio del Giudice, è fisico teorico, ricercatore INFN a Milano, membro dell’International Institute of Biophysics di Neuss in Germania. Ha lavorato presso il MIT di Cambridge, USA e presso il Niels Bohr Institute di Copenhagen. E’ autore di numerosissimi articoli scientifici sulla teoria quantistica dei camp, e lo studio delle proprietà collettive della materia. E’ insomma un’orgoglio italiano nel mondo. “Capire queste cose potrà permettere di dare origine ad una nuova industria chimica non inquinante, che si ispiri al caso biologico, in cui le molecole interagiscono in maniera precisa tra di loro senza generare composti a caso, e cioè in maniera altamente efficiente, a basso consumo energetico, e senza generare rifiuti inquinanti.”

Secondo Montagnier e i suoi collaboratori, questi studi potranno essere la base per la medicina del futuro curare alcune malattie come l’autismo e varie malattie neurodegenerative come la fatica cronica e la sclerosi multipla, con un diverso approccio farmacologico. Inoltre si potranno creare dei medicinali ad hoc generando campi elettromagnetici attraverso il proprio smartphone per esempio. L’acqua si comporta esattamente come un nastro magnetizzato che conserva l’impronta magnetica di virus contenuti in precedenza, anche quando questi sono stati cancellati e trasmette un messaggio di natura magnetica, che è ancora in grado di essere riprodotto. Viceversa possiamo usarla per imprimergli le frequenze dei medicinali così da avere un effetto curativo nell’organismo.


Fonti:
– L. Montagnier, J. Aissa, S. Ferris, J. Montagnier, C. Lavallée, “Electromagnetic Signals Are Produced by Aqueous Nanostructures Derived from Bacterial DNA Sequences”, Interdiscip. Sci. Comput. Life Sci., 1:81-90 (2009).
– L. Montagnier , J. Aissa, E. Del Giudice, C. Lavallée, A. Tedeschi and G. Vitiello, “DNA , Waves and water”, “Journal of Physics: Conferences Series”, The proceedings of DICE 2010: Space, Time, Matter – Current Issues in Quantum Mechanics and Beyond, 2011
– Vysotskil, Kornilova, and Smirnov. Applied biophysics of activated water. World Scientific
– Ho MW. Quantum coherent water, non-thermal EMF effects, & homeopathy. Science in Society 51 (to appear).
– N. Marchettini, E. Del Giudice, V. L. Voeikov, E. Tiezzi. “Water: A medium where dissipative structures are produced by a coherent dynamics”, J. Theo. Bio. 265, 511-516 (2010).
– L’acqua e gli organismi viventi: intervista a Emilio Del Giudice. Scienza e Conoscenza